20 aprile 2013

La strada di Emmaus è percorsa secondo la tradizione da due discepoli di Gesù Nazareno. Nella parabola di Luca l’evangelista, quella strada rappresenta un progetto di uomo nuovo, di apertura al prossimo, che il profeta appena risorto propone loro prima di scomparire per sempre. Quel viaggio storico ha ispirato il cammino ideale che Bianca e Tatiana hanno elaborato assieme, ognuna con il proprio onorevole mestiere, attraverso una imbastitura di pittura e fotografia a unire un’opera articolata di trentasei tavole. Ritagli da comporre come fosse un lavoro di paziente ricucitura delle variegate esperienze di qualsiasi vita vissuta. Le dodici figurazioni lungo la via sono casuali ma esemplari, sono di passaggio. Ciascuna simboleggia un carico personale di umanità partecipe, in una realtà spesso rinchiusa o distaccata, da avvicinare e conoscere per condividerne il cammino.
La strada è allora luogo e incontro, diviene con il gesto autorevole sulla tela forma e colore, espressione e pensiero, campitura e tratto, disegno e immagine.
Il percorso orizzontale apposta non rettilineo è cioè vitale, dinamico ma complicato e improbo, con tinte e tonalità che, se da un lato lasciano intuire speranze, all’opposto paventano incertezze. Nel mezzo si rinnova il distintivo della natura multiforme di terra e acqua che, percorrendo visivamente questa strada, percepiamo odorare anche d’aria e di respiro esistenziale.
Nell’opera, sortita da una proficua collaborazione artistica, la parola evangelica è traslata in un segno che ammonisce, che comunica e indirizza alla pari di una lettura sacra.